Dopo il fatidico “essere o non essere”, ovvero dopo la cosiddetta domanda “archetipica”, la domanda delle domande, Amleto dirà:
“…se sia più nobile per la mente sopportare i sassi e le frecce dell’oltraggiosa fortuna o prendere le armi contro un mare di affanni e, contrastandoli, finirli.”
Quindi se Shakespeare fosse nato e cresciuto nel mondo moderno, forse Amleto sarebbe stato un western!
Amleto non è soltanto il cuore dell’opera shakespeariana e forse di tutta la letteratura teatrale, ma è anche e soprattutto, direi, una storia avvincente, un’avventura audace, un glaciale percorso di vendetta. Ma dietro questa storia, dentro questo racconto, c’è anche un viaggio: un figlio che ritorna al padre, un uomo alla ricerca della propria origine. Essere o non essere, appunto. Questa è la domanda.
Messina 21 11 2014 Ninni Bruschetta
La scelta di lavorare su Amleto, nella traduzione di Alessandro Serpieri, nasce innanzitutto da un profondo studio dedicato da Bruschetta all’opera shakespeariana (Sul mestiere dell’attore, edizione Bompiani), dai precedenti allestimenti di Bruto, Giulio Cesare e Antonio e Cleopatra, che negli anni hanno connotato fortemente la sua poetica registica, avvicinando sempre più il nesso fra palcoscenico e società civile nel rapporto intimo fra l’uomo e il potere e anche dalla lunga collaborazione, in giovane età, dello stesso Bruschetta con il professor Serpieri.
La formula produttiva di questo spettacolo è in qualche modo lo specchio di quella artistica. Quasi la metà degli attori fanno parte di un lungo lavoro che Ninni Bruschetta, da molti anni, e lo stesso Angelo Campolo hanno condotto sul territorio messinese. Così il sodalizio tra il regista e il protagonista non è soltanto legato al talento e alla perfetta coincidenza di età di Campolo con il personaggio shakespeariano, ma anche adun’affinità professionale e a un modo di intendere il teatro.
Il Teatro di Messina sta creando una continuità di lavoro con gli artisti con cui collabora, al fine di proporsi come punto di riferimento, raccogliendo sempre esperienze diverse, ma profonde.
La produzione nasce così da un laboratorio permanente, sempre aperto al pubblico, in cui l’esperienza dei professionisti contribuisce, nel corso della formazione dello spettacolo, alla didattica e allo scambio professionale con gli attori più giovani.
Questo Amleto è, quindi, un progetto, un’idea di teatro che rispecchia il contenutoprincipiale della grande tragedia shakespeariana. Amleto è il testo meta teatrale per eccellenza, parla di teatro e ne detta persino le regole, lo descrive e lo spiega, proprio come e quanto spiega la natura dell’uomo e la sua “manifestazione”, di cui il teatro stesso è l’unica, grandiosa “rappresentazione”.
Backstage di Amleto: