INGRESSO LIBERO CON PRENOTAZIONE FINO AD ESAURIMENTO POSTI
Dal 27 Settembre 2023 | Al 29 Settembre 2023 |
Opera in due atti di Vincenzo Bellini
su libretto di Felice Romani
dalla tragedia “Norma, ou L’infanticide” di Soumet
prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 26 dicembre 1831
Pollione Stefano Secco
Oroveso Gabriele Sagona
Norma Klara Kolonits
Adalgisa Alessia Nadin
Clotilde Oleksandra Ciajkovska
Flavio Davide Scigliano
Due fanciulli, figli di Norma e Pollione
Druidi, Bardi, Eubagi, sacerdotesse, guerrieri e soldati galli
Regia Francesco Torrigiani
Scenografie Francesca Cannavò
Scene “La bottega fantastica & Co“
Costumi Lisa Rufini “LowCostume s.r.l.“
Light Designer Gianni Pollini
Video Designer Matthias Schnabel
Aiuto regista Anna Tereshchenko
Direttore Giuseppe Ratti
Orchestra del Teatro “Vittorio Emanuele”
Coro Lirico “Francesco Cilea”, diretto da Bruno Tirotta
Direttore palcoscenico: Nunzio Laganà
Maestri collaboratori:
Salvatore Crimaldi, maestro collaboratore alla banda
Antonio Gennaro, maestro accompagnatore al pianoforte
Salvatore Messina e Francesco Maesano, maestri collaboratori di palcoscenico
Oriana Celesti, maestro collaboratore alle luci
Responsabile trucco e parrucco: Jo Rizzo
Coordinatore artistico di produzione Matteo Pappalardo
Produzione E.a.r. “Teatro di Messina”
In collaborazione con E.A.R. Teatro di Messina
Fondazione Taormina Arte Sicilia
NOTE DI REGIA
Quando ci è stata proposta la regia per questa nuova Norma dal Teatro
Vittorio Emanuele, che finalmente coronava il desiderio reciproco di tornare a
lavorare insieme, mi sono concentrato immediatamente non soltanto sul “come”
mettere in scena il capolavoro Belliniano, ma in primis sul “perché” farlo. Essere
nella condizione personale di non dovere a tutti i costi mettere in scena un’opera
mette nella privilegiata condizione di selezionare le occasioni in cui farlo,
dipendentemente dalle ragioni, dalle motivazioni profonde, che muovono le
proprie decisioni. Ed il perché in questo caso è facile ad individuarsi: l’antico
rapporto che mi lega al pubblico messinese, col quale negli anni ho trascorso
grazie al Vittorio Emanuele le mie migliori esperienze teatrali (nei nomi di Mozart,
Rossini, Donizetti, …) era il motore intimo della decisione di accettare questo
incarico.
L’idea dunque dell’allestimento nasce dal rapporto umano e artistico con gli
uomini e le donne del teatro committente, inteso sia come istituzione, sia come
lavoratori del teatro, sia come pubblico. Da qui la volontà di applicare le idee che
da sempre mi legano alla partitura di Norma all’occasione in cui andavamo in
scena: il festival dedicato espressamente a Vincenzo Bellini. La Sicilia diventava
così attore protagonista della mia fantasia interpretativa fino a finire al centro della
narrazione stessa: lo scontro tra mondo “barbaro”, primitivo dei galli di Norma e
la “civiltà” storica, l’occidente progressivo, di Pollione si andava legando sempre
più alla terra, ai luoghi, dell’autore.
Da una lettura ispirata dalla Medea di Pasolini come dalle opere «telluriche»
di Burri il racconto si è dipanato – nelle menti e nelle discussioni con Francesca
Cannavò, Lisa Rufini e Gianni Pollini – come uno scontro tra pulsione primitiva e
violenza della civiltà, a partire dall’anima della protagonista e con un fuoco
particolare sulla sofferenza tragica dell’animo femminile nel contrasto con
l’elemento maschile (elemento di tradimento, fuga e assenza). La narrazione si è
svolta – nella fase di ideazione dello spettacolo – in un ambiente fortemente
simbolico, che evocasse la terra di scrittura, la medesima in questo caso terra di
rappresentazione e quindi di narrazione: la Sicilia di Bellini, la Sicilia del Vittorio
Emanuele, la Sicilia della scena: nel segno de «a muntagna» e delle declinazioni
naturali e artistiche della vita della terra che ospita lo spettacolo. La terra dei
druidi, il loro bosco sacro, la loro luna e i loro roghi purificatori verranno quindi
visti attraverso la lente di in un ambiente lavico capace di alludere, con affetto e
gratitudine, ai segni distintivi della terra protagonista della rappresentazione.
L’utilizzo di un linguaggio fortemente simbolico consente poi, come da
sempre nel mio teatro, l’ascensione ad un piano narrativo più alto, più libero, nel
quale la drammaturgia tenta di interpretare l’anima musicale più profonda della
partitura, superando perfino da un punto di vista terminologico il concetto di
“spostamento di ambientazione”, di “attualizzazione” del racconto e di tutti quei
concetti teatrali che – inseguendo da anni un “nuovo realismo” del teatro
contemporaneo – hanno già mostrato ormai in poco tempo la loro obsolescenza
ed effimerità. È il tempo di ritrovare, nel ripristino del valore simbolico della
narrazione scenica come strumento di liberazione dell’attività interpretativa dello
spettatore, un teatro che dialoghi con la contemporaneità, senza essere succube
dell’attualità. Con la modestia che si deve a chi scrive, questa regia cerca però di
essere una voce chiara per la rinascita di un diverso modo di fare teatro.
Francesco Torrigiani
“Bellini, genesi di un capolavoro”
di Marco Mazze’ Alessi
“Sulle ali del cigno”
di Eliade Maria Grasso
Orario spettacoli e turni abbonati
Data - 27-09-2023
Orario - 21:00
Data - 2023-09-29
Orario - 21:00
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