Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina

Cavalleria Rusticana

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di P. Mascagni
libretto di Targioni-Tozzetti e Menasci
in collaborazione con il
Conservatorio A. Corelli
Francesco Ommassini, direttore
regia di
Floriana Sicari
Orchestra e Coro del Conservatorio A. Corelli
Coro Lirico “Francesco Cilea”

Giuseppina Piunti, Santuzza
Turiddu
Giuseppe Altomare, Alfio
Oleksandra Chacovska, Lola


Opera in un unico atto di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga. Andò in scena per la prima volta il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma, con Gemma Bellincioni e Roberto Stagno. 

Cavalleria rusticana fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici composte dal compositore livornese (oltre a Cavalleria rusticana, solo Iris e L’amico Fritz sono rimaste nel repertorio stabile dei principali enti lirici). Il suo successo fu enorme già dalla prima volta in cui venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890 e tale è rimasto nel ventunesimo secolo. Nel 1888 l’editore milanese Edoardo Sonzogno annunciò un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani che non avevano ancora fatto rappresentare una loro opera. I partecipanti dovevano scrivere un’opera in un unico atto, e le tre migliori produzioni (selezionate da una giuria composta da cinque importanti musicisti e critici italiani) sarebbero state rappresentate a Roma a spese dello stesso Sonzogno. Mascagni, che all’epoca risiedeva a Cerignola, dove dirigeva la locale banda musicale, venne a conoscenza di questo concorso solo due mesi prima della chiusura delle iscrizioni e chiese al suo amico Targioni-Tozzetti, poeta e professore di letteratura all’Accademia Navale di Livorno, di scrivere un libretto. Targioni-Tozzetti scelse Cavalleria rusticana, di Verga come base per l’opera. Egli e il suo collega Guido Menasci lavoravano per corrispondenza con Mascagni, mandandogli i versi su delle cartoline. L’opera fu completata l’ultimo giorno valido per l’iscrizione al concorso. In tutto, furono esaminate settantatré opere e il 5 marzo 1890 la giuria selezionò le tre opere da rappresentare a Roma: Labilia di Nicola Spinelli, Rudello di Vincenzo Ferroni, e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.


TRAMA

La vicenda si svolge a Vizzini, un paesino della Sicilia. All’alba di una domenica di Pasqua, nel paese si ode una serenata dedicata a Lola, moglie di compare Alfio, un carrettiere. Pian piano il paese si sveglia e tutti si preparano per il giorno di festa; Lucia, madre di Turiddu e proprietaria di un’osteria, prepara il vino per i festeggiamenti che avranno luogo dopo la messa. Da lei si reca Santuzza, fidanzata di suo figlio; all’invito della donna a entrare in casa, la ragazza rifiuta, rivelandole un’amara verità: Turiddu la tradisce. Prima di partire per il servizio militare, il ragazzo si era promesso a Lola; tuttavia il periodo di leva si era protratto e la donna, stanca di aspettare, dopo un anno si era sposata con Alfio. Al suo ritorno, per ripicca, Turiddu si era allora fidanzato con Santuzza, ma successivamente aveva preso ad approfittare delle assenze di Alfio per riprendere una relazione clandestina con Lola. Lucia non crede alle parole di Santuzza, ma il loro discorso è interrotto dalla processione iniziale della messa. Poco dopo arriva lo stesso Turiddu, che saluta la sua fidanzata; questa, ormai esasperata, gli rinfaccia i continui tradimenti, ma lui dapprima nega e in seguito cerca di troncare con rabbia il discorso. La lite è interrotta dall’arrivo della stessa Lola, che provoca Santuzza cantando una canzone dedicata al suo amato; i due si recano insieme in chiesa, mentre Santuzza, al colmo della disperazione, scaglia una maledizione su Turiddu. Poi compare Alfio, che chiede a Santuzza dove sia sua moglie; lei, incautamente, gli dice che ella è andata a messa con Turiddu e gli svela tutta la tresca, pentendosene immediatamente dopo. Alfio giura vendetta e fugge via. Poco dopo termina la messa e tutti si recano all’osteria di Lucia, dove intonano gioiosi brindisi alle gioie della vita. Torna Alfio, al quale Turiddu offre un bicchiere di vino; questi rifiuta sdegnosamente, e tutti comprendono che lui voglia sfidare il rivale a duello all’arma bianca. Le donne portano via Lola e Santuzza, mentre Turiddu, con la scusa di abbracciare Alfio, gli morde l’orecchio: con questo gesto accetta la sfida. Turiddu sa di essere nel torto e si lascerebbe uccidere per espiare la propria colpa, ma non può lasciare sola Santuzza, disonorata dal suo tradimento, dunque combatterà con tutte le sue forze. Alfio gli dà appuntamento a un orto poco distante per duellare. Turiddu si prepara al duello: prima di recarvisi saluta Lucia, raccomandando di fare da madre a Santuzza se lui non dovesse tornare, poi corre via. Lucia comprende solo allora quanto fossero vere le parole di Santuzza; mentre le due donne si abbracciano, si ode un mormorio venire da lontano e poco dopo Lola urla che Turiddu è morto, gettando tutti nella disperazione.

Orario spettacoli e turni abbonati

Data - 27-04-2025

Orario - 19:00

Data - 29-04-2025

Orario - 21:00

Data -

Orario -

 

Date spettacolo

27-04-2025 to
29-04-2025
 

Location

 

Tipologie di evento

 

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