Riportando nella sua Messina uno dei registi decisivi del teatro di questo secolo, il progetto “Il sogno della Rivoluzione”, a cura di Dario Tomasello, Federico Vitella e Rossella Mazzaglia, mette in questione l’esperienza poetica di Carlo Quartucci, nella libertà imprendibile del suo stile (da Beckett all’audacia picaresca di Don Chisciotte e del Guerrin Meschino; dal Nuovo Teatro al sogno sempre vivo della rivoluzione). Sono molti gli episodi salienti che saranno messi in risalto durante il percorso. Il paesaggio siciliano (e segnatamente messinese), come campitura drammaturgica privilegiata, farà da sfondo e da fonte ispirativa per l’incontro di martedì 28 novembre, a partire dalle ore 15, presso la Sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele. In dialogo con Carlo Quartucci e Carla Tatò ci saranno gli artisti messinesi, con la collaborazione del regista Roberto Bonaventura. gli studenti e gli abbonati al Teatro di Messina..
Carlo Quartucci
Carlo Quartucci, nato a Messina il 29 novembre del 1938, insieme a Carmelo Bene e Claudio Remondi e’ uno dei pionieri del nuovo teatro italiano. Tutti e tre debuttano nel 1959, un anno-chiave non solo a livello nazionale ma bensì internazionale.
Carlo Quartucci contesta i metodi e le finalità del teatro ufficiale, che secondo lui, non hanno più validità.
La sua carriera è segnata dall’incontro con Samuel Beckett, il rappresentante più importante della categoria del ‘teatro dell’assurdo’. Quartucci esordisce proprio con la messinscena di ‘Aspettando Godot’ e lungo il corso della sua carriera metterà in scena molteplici testi di Beckett (finale di partita, atto senza parole 1 e 2).
Un’altra importante tappa nella carriera di Quartucci, ed anche di Remondi e bene, è l’adesione al convegno di Ivrea del 1967 che segna la presa d’atto del fenomeno in espansione del nuovo teatro.