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di Simona Celi Zanetti
con Luchino Giordana
Personaggi ed Interpreti
Vincenzo Bellini: Luchino Giordana
Hubert: Gino Astorina
Maddalena: Beatrice Sinatra
Contessa Samoyloff: Chiara Muscato
Giovanni Pacini: Federico Pacifici
Giuditta Turina: Lucia Cammalleri
primo servo: Marielide Colicchia
secondo servo: Giuseppe Scafidi
terzo servo: Sabrina Samperi
Progetto originale: Simona Celi Zanetti
Drammaturgia e regia: Simona Celi Zanetti
Musiche: Rodrigo D’Erasmo e Mario Conte
Scene: Nicola Rubertelli
Costumi: Dora Argento
Coreografie: Alessandra Scalambrino per Danza Taormina
Light designer: Franco Buzzanca
Assistente alla regia: Andrea Campagna
Assistente ai costumi: Dina Carlino
Assistente scenografo: Ringler
Allestimento: E.A.R. Teatro di Messina
Realizzazione scenografie: Teatro Stabile di Catania
Realizzazione costumi: Sartoria Pipi Costumi Teatrali
Realizzazione impianto scenotecnico: Antonio Maione
Direttore di palcoscenico: Nunzio Laganà
Fonico: Alessandro Innaro
Foto di scena: Antonio Ioli
Produzione: Regione Siciliana – Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo
e Compagnia E.A.R. Teatro di Messina
Il progetto
Vincenzo Bellini, celebrato, amato, raccontato, studiato, analizzato, continua oggi ad essere una sorta di sfinge, sia per gli appassionati di musica che gli affascinati da questo giovane catanese, diventato prestissimo un artista internazionale. Metterlo in prosa avrebbe potuto essere l’ennesimo progetto di parole e musica ad aggiungersi alla mole di tutto ciò che è stato detto e scritto. Siamo partiti allora dal pensiero di voler andare oltre la lettura critica del personaggio e della sua arte. Ci siamo resi conto di quanto la sua musica fosse contemporanea, di come offra stimoli continui e di quanto, la sua storia sia sovrapponibile alle leggende della musica rock. Una figura, Bellini, non soltanto complessa, in grado di muovere letture ed interpretazioni storiche diverse, ma un giovane morto all’apice del suo successo internazionale e in solitudine. Che questo abbia un alone di mistero apre mille porte ad un progetto teatrale ed alla narrazione. La musica diventa centrale e si trasforma in una visione non astratta ma concreta e magistrale, in cui Bellini diventa ancora più eterno e contemporaneo. Rodrigo D’Erasmo, grande violinista e componente del gruppo Afterhours, e il produttore e musicista Mario Conte, propongono una lettura unica e di grande impatto emotivo. La danza, gli attori, la musica, le luci sono il cuore di un progetto unico nel suo genere: Bellini in una narrazione in cui la sua musica e la sua storia attraversano il tempo, approdando ad una contemporaneità rispettosa e provocatoria, in cui tutto diventa seduttivo e l’ascolto e la visione parlano il linguaggio del video. Abbiamo creduto in un gruppo di bravissimi attori nell’idea che questo nuovo cammino, che il teatro italiano sta affrontando, debba investire sul talento. Abbiamo creduto in un progetto siciliano con un’anima che raccorda professionisti appartenenti ai Teatri di Palermo, Messina e Catania, e uno sguardo internazionale, certi che le idee diventano forti solo quando sono condivise. Appaio timidamente io, Simona Celi Zanetti, con una proposta che racconta una visione senza alcuna pretesa di verità.
La scenografia è curata da uno dei più importanti scenografi italiani: Nicola Rubertelli.
Responsabile degli allestimenti del Teatro San Carlo di Napoli, nella sua carriera ha firmato le scenografie di spettacoli nazionali ed internazionali, affiancando la sua arte ai grandi registi nel mondo.
I costumi sono di Dora Argento che sceglie plastica e materiali desueti per i nostri onirici personaggi. Danza Taormina, una delle realtà siciliane più vicina ai giovani ed alla loro proiezione all’estero, attraverso la coreografa Alessandra Scalambrino, darà vita e danza allo spettacolo.
Franco Buzzanca, che è la luce delle grandi produzioni teatrali siciliane e nazionali, renderà illusione la pagina scritta.
I silenzi, i gesti, le emozioni, la parola saranno al servizio di una visione in cui la mente ripercorre immagini e insegue i ricordi alterati delle ultime ore di Vincenzo Bellini, proprio quelle ore che restano un mistero per la storia e per la musica.
Simona Celi Zanetti
La musica
Il trattamento musicale scelto per questo spettacolo è, nella sua rispettosa ma anche oltraggiosa destrutturazione, un inno all’eternità della musica del Bellini.
Una visione futuribile, lisergica, meccanica e organica al contempo.
Il violino distorto e percosso, gli oggetti sonori, i synth e i sequencer, gli ambienti artificiali e surreali rileggono, si ispirano o alterano la musica di Bellini fino a creare paesaggi sonori inediti, restando pur sempre nell’ambito di una riproposizione dinamica e contemporanea della sua opera.
Rodrigo D’Erasmo e Mario Conte
Lo spettacolo
Raccontiamo, in questo spaccato, l’ultimo giorno di Vincenzo Bellini, morto in solitudine in una casa di una frazione della cintura parigina. Si dice che sia stato avvelenato. La storia non chiarisce le circostanze della morte del grande Maestro, nonostante una documentazione medica attribuisca a cause naturali e di malattia il decesso, restano molti punti oscuri soprattutto nella gestione degli ultimi giorni. Un uomo giovane e sano che precipita verso una morte solitaria e dalla quale vengono volutamente esclusi medici e persone vicine. Percorreremo questa strada senza dare alcuna verità in merito; di fatto, cosa sia realmente successo negli ultimi giorni e nelle ultime ore nessuno può dirlo.
I Signori Lewis, che hanno ospitato, nella loro casa, l’ultima parte della vita di Vincenzo Bellini, spariscono lasciando un uomo morente con il giardiniere.
Il rapporto con Giovanni Pacini è disseminato da profonde ombre soprattutto quando la rivalità si rinforza attraverso la nera complicità con la Contessa Samoyloff.
Si può affermare che Bellini si sia sentito sempre perseguitato da Pacini e che i due si siano odiati per tutta la vita in un sistema di agonismo reciproco, in cui Pacini, non ha lesinato strategie e colpi bassi. È plausibile pensare che in uno stato alterato della mente, le paure di Bellini vengano amplificate dall’avanzare delle ore che lo porteranno alla morte. Ecco quindi apparire personaggi che la febbre e la mente stessa ricreano in una distorsione costante. Forse Bellini, in quello stato, attribuisce a Pacini colpe al di sopra della realtà.
Nel gioco teatrale è possibile pensare che nella mente di Bellini, sia il suo nemico principale ad essere responsabile dello stato in cui versa. Immagini, proiezioni della mente, febbre ed una morte imminente, trasformano queste ultime ore in una visione continua in cui le figure appaiono come fantasmi. Personaggi che hanno fatto parte della vita di Bellini, in questa distorsione febbrile sono eccessivi, colorati, truccati come se nella sua mente avessero caratteristiche anche caratteriali visibili nel loro aspetto. La musica si piega, si distorce diventa livida, si trasforma in ciò che non è, in un linguaggio che Bellini non conosce ma che la sua mente crea. Lui muore giovane, in solitudine, un classico delle grandi rock star, e lui, per il suo tempo certamente è paragonabile proprio ad una rock star. La musica muta in un linguaggio fatto di suoni contemporanei, di cellule belliniane che si evolvono, di sintetizzatori e di un’elaborazione magistrale che crea suggestioni fortissime. Gli unici personaggi reali sono Bellini stesso e il giardiniere servo Hubert. Gli altri sono visioni. Le donne hanno un piano molto carnale. Bellini è stato attraversato, per tutta la sua vita, da un rapporto molto complesso con le donne; un altalenarsi tra preda e predatore che forse lo ha reso incapace di amare fino in fondo. Nelle sue opere, le figure femminili hanno un carattere tragico e la follia contagia facilmente i personaggi, segno, anche in parte, di una visione del mondo femminile tra desiderio e timore. Il corpo avrà una grande importanza perché racconta un piano erotico del giovane attirato da una certa facilità di seduzione. Le donne presenti nello spettacolo si mostreranno in tutto il loro fascino erotico e sensuale. Pacini avrà la sua vittoria? La storia ci racconta di un grande rimorso che lo ha accompagnato per tutta la vita. Per cosa? Un delitto o qualche cattiveria soltanto? Troppe domande ancora aleggiano sulla fine di Bellini tanto da sollecitare nuove e sempre più interessanti ricerche.
Un ruolo importante lo ha avuto nella vicenda delle ultime ore di Bellini, proprio il servo giardiniere Hubert che, resta l’unico vero tenutario degli ultimi giorni del Maestro. A lui il compito di non far avvicinare alcuno alla stanza e a lui viene affidato, dalla famiglia Lewis, l’importante personaggio morente. Una figura non messa a fuoco sotto il profilo biografico, ma certamente l’unico a portare con se la verità su quei giorni. Lui muove il mondo che porta alla fine Bellini. A lui una strana responsabilità, anche rispetto al medico presente, che pare non fosse in grado di comprendere o di curare il proprio assistito. Hubert è una sorta di traghettatore dalla vita alla morte del compositore. Una figura forse sinistra e silenziosa ma certamente in grado di “gestire” le ultime ore, gli accessi e la condizione di Bellini che verrà trovato morto nel pomeriggio del 23 settembre 1835.
Ancora oggi studi incrociati sui dati autoptici, sui tempi e sulle maschere funerarie sono oggetto di continuo studio.
La sinossi
Se è vero che molto di noi si rivela con la morte, Bellini, con la sua lascia ancora oggi misteri intorno ai quali grandi musicologi ed appassionati si interrogano, intrecciando antiche ipotesi ai recenti studi effettuati grazie alle moderne tecnologie. Una continua ricerca di dettagli all’interno di una vita breve aprono porte verso soluzioni fantastiche o una realtà possibili.
Vincenzo Bellini è nella sua ultima dimora. Una stanza all’interno di una villa a Pouteaux. E’ stato misteriosamente lasciato da solo. I proprietari della villa partono il giorno prima che il musicista muoia, lasciandolo con il giardiniere, pare, senza alcuna possibilità di vedere amici o il medico. Opaca è la condizione di salute in cui versa Bellini. Plausibile l’idea che sia stato avvelenato. Il corpo è infiacchito ma la mente viaggia e produce immagini, suoni, personaggi che hanno fatto parte della sua vita e che forse sono responsabili della sua morte. Intrecci tra vita privata e musica, donne che lo hanno amato, personaggi che lo hanno odiato. Il suo continuo rapporto epistolare con Francesco Florimo a cui Bellini ha inconsapevolmente affidato le sue memorie attraverso un diario quasi quotidiano di lettere. Maddalena Fumaroli, amore di gioventù del periodo napoletano che il musicista porterà sempre tra i ricordi ma che non sposò per il diniego del padre. Il suo antagonista Pacini e la contessa Samoyloff che nella vita di Bellini ebbero comunque un ruolo in un altalenarsi continuo di dispetti e di azioni lesive. Giuditta Turina, amore milanese di Bellini, molto presente nella sua vita. Bellini è morto a causa di problemi all’intestino? Per incuria? Il Lewis che lo ospitava e che aveva interessi economici ha avuto un ruolo? Pacini e la Samoyloff hanno osato oltre il possibile? Personaggi che affollano la mente di Bellini nelle sue ultime ore e domande che non hanno una risposta neanche in questo spettacolo ma che restano ancora oggi nelle ipotesi degli studiosi.
Per l’ingresso agli spettacoli potranno essere utilizzati i voucher o i biglietti/abbonamenti non convertiti, acquistati per la Stagione Teatrale 2019/2020.
In ottemperanza alle normative Covid 19 per accedere al Teatro è necessario essere in possesso del Green Pass rafforzato giusta D.L. 26 novembre 2021, n. 172 e indossare la mascherina FFP2.
Biglietteria Vivaticket e botteghino E.A.R. Teatro di Messina.
Orari 9/13 – 16/18:40, domenica e lunedì chiuso Tel. 0902408836.