Contatto

Per ConTatto sono sul palco due danzatori (Salvatore Alicata e Alessandro Caruso) e quattro danzatrici (Giuliana Cucuzza, Janaina De Oliveira, Sarah Lanza e Laura Licciardello), in una performance di danza contemporanea non priva di contaminazioni con altri stili, dal balletto classico al teatrodanza.

Il primo quadro vede in scena una Madre Natura vestita di bianco, simbolo della nascita, della venuta al mondo. Da quel momento in poi l’esistenza umana prende forma attraverso le infinite e variegate forme di contatto, per l’appunto: contatto con la luce, contatto tra sinapsi, contatto sessuale, contatto tra individui isolati le cui storie inevitabilmente si incrociano e si influenzano a vicenda.

Il tutto passando per la forma più alta di contatto, quello con se stessi. I ballerini si muovono all’unisono al ritmo del loro stesso respiro, i loro corpi sono ora perfettamente robotici ora improvvisamente liquidi, come a testimoniare l’alternarsi di resistenza e abbandono come possibili modalità di relazione col mondo circostante.

Da un punto di vista prettamente fisico, il contatto è anche quello con il pavimento, tipico della tecnica contemporanea. Il danzatore non è più una figura irreale che cerca di vincere la forza di gravità, ma un essere meno esteriore e più interiore che sente il peso del mondo e vi si abbandona, sfruttandolo poi come slancio per risalire.

E alla Terra si fa ritorno, con un evocativo quadro finale che vede i ballerini danzare sotto pesanti scrosci di pioggia, in una simbolica morte e rinascita che riconduce allo stato primordiale dell’essere umano, quello del contatto con gli elementi.

Se la danza è la poesia del corpo, ConTatto ne rispetta i canoni con versi fluidi ed eleganti, incorniciati da musiche ed atmosfere quasi lunari