Spettacolo sospeso e rinviato a data da destinarsi in ottemperanza al decreto del 25 ottobre della Presidenza del Consiglio dei Ministri e s.m.i. per il contenimento del diffondersi del virus Covid – 19, fino al 24 novembre compreso.
di Giuseppe Ingrassia
con Giuseppe Ingrassia e Leandro Grammatico
regia di Danilo Fodale
musiche dei Bardi
scene e costumi Silvia Maimone
“Felice Cani” nasce da un lungo lavoro di ricerca nell’ambito del teatro- canzone e del teatro di prosa.
Il teatro-canzone orienta da sempre la produzione e la performance musicale del duo folk trapanese “Bardi”, composto da Giuseppe Ingrassia (chitarrista, interprete, autore, compositore) e da Leandro Grammatico (chitarrista, arrangiatore e co-compositore).
Dal 2014 la produzione musicale viene supportata da una messa in scena degli inediti prodotti, cercando nella performance concertistica una contaminazione tra il linguaggio del teatro-canzone di Gaber e quello del cabaret.
Nel 2016 si percepisce l’esigenza di una più profonda contaminazione con il teatro. L’intuizione arriva dall’incontro con l’attore e drammaturgo trapanese Danilo Fodale, formatosi
a Milano e tornato a Trapani per fondare il laboratorio teatrale “Spazio OniricO”.
I “Bardi” cominciano a partecipare attivamente alle produzioni del laboratorio e accarezzano l’idea di un sincretismo proficuo tra teatro-canzone e teatro di prosa.
Il periodo di incubazione dura a lungo: solo nell’estate del 2019 viene alla luce il testo teatrale. L’idea è quella di portare in scena la storia di un aspirante cantautore di origini siciliane,
emigrato poverissimo nella Genova degli anni 60. Nasce così il personaggio di Felice Cani, interpretato da Giuseppe Ingrassia.
Nella culla del cantautorato italiano, Felice vive un’inaspettata ascesa al fianco dei più grandi cantautori del tempo. Con tale pretesto narrativo le canzoni dei “Bardi” diventano le canzoni di Felice Cani, al servizio della sua storia, coese in un unico arco narrativo e intervallate da monologhi tramite i quali il protagonista si racconta.
Segue un lavoro di revisione che porta a una maggiore caratterizzazione del protagonista e del suo arco narrativo: si decide di cominciare lo spettacolo mostrando un Felice Cani vecchio e paralitico, nelle vesti di un clown proprietario di un circo. Questo pretesto serve a raccontare la vita giovanile di Felice con la tecnica del flashback e a contenere i costi di produzione puntando su un’unica scenografia.
Si decide infatti di far parlare e cantare Felice dalla sua roulotte. Questa viene pensata come uno spazio senza pareti, in maniera che traspaia al pubblico il privato di Felice, che ha urgenza di raccontarsi per un motivo che si scoprirà solo alla fine dello spettacolo. Il motivo è l’intenzione di suicidarsi: Felice è diventato un circense per amore di una trapezista, mettendo da parte il sogno della musica dopo una clamorosa debacle a Sanremo del 1970… Ma il destino gli ha riservato una caduta ancor più clamorosa: durante un numero da circo che lo vedeva coinvolto assieme all’amata Noreen, un grave incidente ha tolto la vita alla moglie e l’uso delle gambe all’ex cantautore. Riciclatosi clown e divenuto padrone del circo, non può far altro che attendere ogni sera che finisca la finzione del circo per rinchiudersi nella sua roulotte in preda alla depressione. Da qui il plot twist del suicidio finale, che per fortuna non si concretizzerà.
Al fine di una resa scenica adeguata si decide di includere nel progetto la professionalità di Silvia Maimone, nelle vesti di scenografa, costumista e truccatrice (oltre all’arredamento della roulotte sono infatti necessari un trucco teatrale che preveda l’invecchiamento del protagonista e dei costumi che evochino l’immaginario circense del clown).
A questo punto del percorso diventa urgente includere nella narrazione un altro personaggio: le canzoni dei “Bardi”, che sono ormai diventate le canzoni di Felice Cani, hanno la necessità di essere eseguite in duo chitarristico. Bisogna dunque prevedere la presenza in scena di un altro attore-musicista, interpretato dall’altro membro del duo acustico, Leandro Grammatico.
Si decide di dar vita al personaggio di Hocus: il “clown spalla” di Felice, amico fidato di poche parole e compagno di bevute.
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Costo del biglietto:
Platea e I Ordine Palchi € 20,00; I Galleria e II Ordine Palchi € 10,00; II Galleria € 5,00