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Filumena Marturano

FILUMENA MARTURANO

di Eduardo De Filippo

con Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses

e con Nunzia Schiano, Mimmo Mignemi, Ylenia Oliviero, Elisabetta Mirra, Fabio Pappacena, Adriano Falivene, Gregorio, Maria De Paola, Agostino Pannone

scene e costumi Raimonda Gaetani

luci Luigi Ascione

musiche originali Teho Teardo

regia Liliana Cavani

produzione GITIESSE Artisti Riuniti

in collaborazione con Festival dei Due Mondi di Spoleto

 

Filumena Marturano – una delle commedie italiane del dopoguerra più conosciute e rappresentate all’estero – ha un ruolo centrale nella produzione di Eduardo De Filippo, collocandosi tra i primi testi di quella “Cantata dei giorni dispari” che, a partire da “Napoli milionaria!”, raccoglie le opere più complesse e problematiche in cui si riversano i drammi, le ansie e le speranze di un Paese e di un popolo sconvolti dalla guerra.
Nel dramma di Filumena, che rifiuta di rivelare all’amante quale dei tre figli da lei messi al mondo sia suo, De Filippo dichiarava di aver inteso rappresentare un’allegoria dell’Italia lacerata e in larga misura depauperata anche moralmente, e prefigurarne la dignità e la volontà di riscatto.

NOTE DI REGIA
Scrive Liliana Cavani nelle sue note di regia: “Ho accettato l’invito generoso e ottimista di Geppy Gleijeses quando mi ha proposto questo lavoro. È un testo che mi piace moltissimo da sempre, ho anche amato il film di De Sica con Sofia Loren e Mastroianni (con lui ho realizzato due film). È un’opera di grande impegno morale e oltretutto in anticipo sui tempi e scritto senza retorica, ma con la naturalezza della vita. Un capolavoro. Filumena e Domenico sono al centro di un problema etico antichissimo e sempre attuale: di chi sono i figli, i figli nati fuori dal matrimonio? Al tempo di questa scrittura (1946), la legge non proteggeva questi “figli” considerati “illegittimi” (fuori dalla legge), una legge ferma al Medioevo. Filumena vi si ribella con la lucidità e una forza così generose da riuscire a trascinare l’ignaro borghese Domenico a capire il valore degli affetti fondamentali delle nostre vite. Sono stata fortunata ad avere due attori perfetti per il ruolo. Mi ci sono appassionata ed ho lavorato con la felicità che provo con i film”.
Aggiunge poi la regista: “Il mio battesimo nella prosa (ammesso che ci sia poi un seguito) non poteva accadere con un’opera teatrale migliore… In teatro si ripete continuamente il testo. C’è modo di approfondire di più, c’è la possibilità di ottenere a volte dagli attori delle sfumature di recitazione che nel cinema non sempre si afferrano.  L’attore poi in teatro è nudo, va in scena nudo ogni volta, misurato dal pubblico ogni volta. È indifeso contro la possibile indifferenza del pubblico e la sua incertezza o la stanchezza. Insomma, l’attore a teatro deve essere “nuovo di zecca” tutte le sere”. E conclude: “Del resto il teatro è abbastanza simile alla “vita”. Ci si ripete e ci si rinnova ogni giorno nelle nostre case, si prova ad essere felici, ad aggiustare le cose, si prova e riprova ad amare si ama un uomo per sempre come Filumena, si amano i figli e lo si spiega anche alla Vergine Maria come fa Filumena. Filumena crede nella vita, la ama, la trova vivibile per quello cerca di raddrizzare le storture, di vincere le ingiustizie. Eduardo deve aver amato moltissimo questa commedia, perché è pura vita”.

                                                                       Liliana Cavani

 

 

Programmazione

Dal 08 dicembre 2017
al 10 dicembre 2017
 

 

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