Spettacolo sospeso e rinviato a data da destinarsi in ottemperanza al decreto del 25 ottobre della Presidenza del Consiglio dei Ministri e s.m.i. per il contenimento del diffondersi del virus Covid – 19, fino al 24 novembre compreso.
dal monologo «Volevo gli occhi blu» di Angela Matassa
(da “Sipario bis”)
con Rosemary Calderone e Alessandro Santoro
elementi scenici Stellario Picichè
costumi Pasquita Pollicino
adattamento teatrale e regia Francesco Coglitore
Sinossi e brevi note di regia
Un bel giorno Giulio si sveglia nel corpo di una donna. Bellissima. Dopo lo sbigottimento iniziale, cerca di capire come possa essere successo. Ma naturalmente tutte le ipotesi non hanno una risposta concreta per la trasformazione. È lo spunto per parlare del Corpo, del suo significato reale e simbolico, del rapporto che ognuno ne ha. Ma anche per indagare con divertimento sul maschile e sul femminile, inaspettatamente messi a confronto. Il Fisico con la sua forte presenza diviene metafora dell’oggi instabile e caotico. Gli interrogativi, i desideri, le speranze, le paure, le fragilità a poco a poco emergono nel dialogo che il/la protagonista ha con sé stesso/a, a tratti disperandosi, a tratti incuriosendosi. L’inspiegabile metamorfosi è un problema o una risorsa? La possibilità di una vita nuova e diversa o la condanna a una condizione indesiderata? E se invece rappresentasse l’opportunità per completarsi, vivendo nella pelle del sesso opposto? Il monologo è surreale, comico ed esilarante e, in maniera leggera, affronta le problematiche maschili e femminili che si possono scatenare quando ci si guarda da vicino, dall’esterno e dalle profondità dell’animo.
Angela Matassa
Preso dalla forza e, al tempo stesso, dalla naturalezza del testo scritto da Angela Matassa, «Volevo gli occhi blu», ho costruito intorno ad esso una storia, introducendo il personaggio maschile, al quale ho affidato un brano tratto dal monologo «Lo specchio» di Gaber ed uno Specchio che, per le sue caratteristiche riflessive, diventa parte integrante dell’azione scenica. È nato quindi «io, me», uno spettacolo teatrale a tre voci, con tre protagonisti alla ricerca di sé stessi, della loro identità, del loro essere personaggi della loro stessa vita. In una dimensione onirica, che a volte rasenta l’incubo, Giulio/a vive la sua metamorfosi in un serrato ed assurdo dialogo con sé stesso e con lo Specchio.
Francesco Coglitore
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Costo del biglietto:
Platea e I Ordine Palchi € 20,00; I Galleria e II Ordine Palchi € 10,00; II Galleria € 5,00