Prodotto da: Compagnia Malarazza
di Laura Giacobbe
con
Antonio Alveario – Mario Incudine
Paolo Molonia – Francesco Natoli
La Voce dell’Arcivescovo è di Nino Frassica
Musiche originali: Mario Incudine
Scene: Mariella Bellantone
Luci: Antonio Rinaldi
Video: Alessandro Gheza
regia Laura Giacobbe
Strampalata vicenda di strampalati personaggi pressati dalle difficoltà, dall’inquietante precarietà, resa ancor più acuta dal tempo “diverso” dell’imminente processione di una Madonna meridionale tirata da devoti scalzi nel caldo torrido del pomeriggio di Ferragosto. Nella notte che precede questo rituale evento così carico di speranze, Mario, indebolito nella fede, medita di giocare una nuova carta. Non “tirerà” la Vara”, come ha fatto negli ultimi dieci anni, ma sceglierà quel giorno di cittadino delirio per svaligiare la casa del rispettatissimo Neanderthal. Di Neanderthal si conoscono solo cose terribili, è il temutissimo delinquente del quartiere, ha ucciso Giacomino, il fratello disabile, per garantirsi una brillante carriera nell’ambiente criminale e insieme una fondata fama di uomo efferato. Mario confida i suoi propositi al vicino di casa e amico, un discutibile intellettuale detto il Professore, che con la sua inettitudine dimostra di non volere, o non sapere, mettere la sua “militanza” e la sua cultura al servizio di chi è smarrito come Mario. Al contrario, in un guizzo di azione e concretezza, il Professore si offre di partecipare al furto, salvo poi rinunciare e correre in mezzo alla folla della processione ad avvertire Neanderthal, implorandolo di risparmiare l’amico. La “piena” pagana della collettività arriva impetuosa nel giorno dedicato alla Madonna, con la sua carica di disordinata e balorda disperazione. La furia della contraddizione travolge tanto la nobiltà d’animo del povero Mario, nutrita dalla più elementare bontà, quanto le certezze intellettuali dell’inconcludente Professore, nutrite di letture e di contemplativa inanità. Ciò che può resistere è solo una furia opposta, l’estrema ratio di Neanderthal, che ha imparato a maneggiare con destrezza l’ordigno terribile della contraddizione, con attenzione e metodo. Sarà la sua pregiata disperazione, che con assurda coerenza e ferreo rigore tuonerà su tutti come un rimprovero feroce e severo, come agghiacciante richiamo alla vera comunità.