LIBERA I MIEI NEMICI
dall’omonimo romanzo di Rocco Carbone
con
Domenico Cucinotta
Renata Falcone
Mariapia Rizzo
adattamento e regia
Basilio Musolino
scenografia, disegno luci e costumi
Aldo Zucco
produzione
Teatro dei Naviganti
C’è un uomo che vive da solo, non ha amici, non frequenta donne. Insegna come volontario in un carcere femminile e cerca di occuparsi di un fratello minore che sta male e che non vuole farsi aiutare. In carcere fa di tutto perché ai suoi corsi possa partecipare Lucia Adavastro, una terrorista rinchiusa da vent’anni nella sezione di massima sicurezza. La donna non ha mai chiesto di poter usufruire di un permesso, di un’uscita, di uno di quei benefici che la legge prevede per persone come lei. Lentamente l’uomo si conquista la fiducia di Lucia, la convince a partecipare alle sue lezioni e a chiedere un permesso per uscire dal carcere. Sarà proprio lui ad accompagnarla in una gita al mare che per lei rappresenterà il primo giorno all’aria aperta dopo vent’anni.
“Libera i miei nemici”, tratto dall’omonimo romanzo di Rocco Carbone pubblicato da Mondadori, riporta agli anni del terrorismo e, sopratutto, fa vivere quelli più attuali dell’irrisolto problema del “dopo”. Il momento degli scontri, degli attentati, degli omicidi non ha trovato una linea unitaria da parte delle istituzioni. Si è preferito lasciare che gli avvenimenti accadessero senza interferenze da parte del legislatore, fatto che ha creato dei vuoti nella ricostruzione storica complessiva degli anni di piombo. Vuoti che oggi sono pagine nere nella memoria di un’intera nazione.
Irriducibili, collaboratori, pentiti. Qualcuno ha scontato la sua pena, altri la scontano in questi anni, altri ancora non hanno ancora cominciato a pagare per i reati commessi. C’è chi ha beneficiato di sconti e chi, in nome dei propri ideali, non ha voluto avviare, con lo Stato, nessuna trattativa.