Mostro per avere troppo amato
da Albert Camus, Svetonio e altre fonti storiche
Regia di Roberto Bonaventura
Con Monia Alfieri, Raimondo Brandi, Gianluca Cesale
Ferruccio Ferrante, Lucilla Mininno, Francesco Natoli
Senza Gionni Boncoddo
Musiche eseguite dal vivo dai Brothel
Disegno luci Stefano Barbagallo
Scene e costumi Francesca Cannavò
Assistente alla regia Martina Morabito
Amministrazione Marilisa Busà
Ringraziamenti
Giuseppe Contarini, Adriana Mangano, Cristiana Nicolò, Silvia Scerrino
Produzione Il Castello di Sancio Panza
Caligola: Sentitemi bene. Se il Tesoro è fondamentale, la vita umana non lo è. Ho deciso di essere logico. Vedrete quanto vi costerà la logica. Il potere ce l’ho io. Eliminerò chi mi contraddice e anche le contraddizioni. La tua prima parola per salutare il mio ritorno è stata il Tesoro.
Te lo ripeto, non si possono mettere il Tesoro e la vita sullo stesso piano. Incrementare l’uno è svalutare l’altra. Tu hai già fatto la tua scelta. E io accetto il tuo gioco. Gioco con te tue carte.
Del resto, il mio piano nella sua semplicità è geniale. Hai tre secondi per sparire.
Sto contando: uno..
Note di regia
Caligola, uno dei personaggi più controversi della storia.
Controverso per il suo potere, per il suo amore, per la sua follia e per la sua logica spietata.
Svetonio e altre cronache del tempo dipingono l’imperatore romano come un folle insensato, e questa è l’immagine che ci viene tramandata.
Albert Camus, nella versione del Caligola del 1941, descrive la sua disperazione, la sua solitudine, la sua recita e la sua morte.
Noi ci mettiamo la nostra storia, quella che viviamo, adesso, noi che scriviamo, noi che leggiamo, noi che osserviamo. Osserviamo amore che poi diventa odio, vita che subito diventa morte. Assistiamo alle guerre e al dolore. Dei padri, dei figli e degli animali. E versiamo lacrime. E poi? Poi pensiamo al denaro. Tutto sguazza nelle finanze. Il Tesoro, ciò che è importante.
E lui, Caligola, dilaniato dal dolore per la morte di Drusilla, la sorella amata, desiderata e divinizzata, viene invitato a pensare agli affari di stato, a ciò che conta, proprio al Tesoro.
E allora comincia il gioco: mettere sullo stesso piano la Vita e il Tesoro. Un gioco che richiede logica. Bisogna essere logici. Ma non c’è amore dove c’è logica. È così che si diventa mostri, tutti insieme.