Lo spettacolo è una creazione drammaturgica del regista e delle due attrici, frutto di un lavoro di studio e creazione durato quasi un anno.
Lo spettacolo è già stato apprezzato in vari teatri d’Italia, per la sua forza e per l’evocatività delle immagini e delle situazioni. Uno spettacolo denso e delicato che affronta tematiche di estrema attualità senza indulgere alla cronaca, ma attraverso un forte senso visionario ed al tempo stesso ironico.
La nota favola recita:
“Specchio delle mie brame…”
In “Vedettes” quello che si vede sono forse più le brame nello specchio.
Lo spettatore è invitato a spiare l’intimità di due personaggi nei loro appartamenti, nel corso di una giornata qualsiasi. Una intimità che sembra mimare continuamente l’offerta di se stessa all’esterno; le protagoniste funamboleggiano sul caleidoscopio delle immagini di sè : reali, richieste, desiderate, imposte. Come sono, come si mostrano, come vorrebbero essere viste : è una giostra di identità superficialmente profonde, che non tarda a produrre una vertigine insopportabile. Le due sembrano non sentirsi mai coincidenti con se stesse, ne’ mai esaustivamente rappresentate da una sole tra le molteplici varianti del proprio essere. Il grumo oscuro della loro verità non è mai restituito dall’immagine che trovano nello specchio o negli, immaginati, occhi degli altri.Fatalmente dunque il riflesso disperso in mille onde, perderà la sua essenza e le due donne, disallineate e svuotate, potranno solo arrendersi alla loro verità di falene imprigionate dall’illusione della luce.