SALA LAUDAMO – TEATRO VITTORIO EMANUELE – MESSINA
Venerdì, sabato ore 21:00 – domenica ore 17:00
Debutta dal 6 novembre alla Sala Laudamo di Messina il primo dei tre spettacoli del nuovo progetto teatrale della compagnia “Daf Teatro dell’Esatta Fantasia”, in collaborazione col Teatro di Messina, dedicato all’opera di Pier Paolo Pasolini.
drammaturgia: Simone Corso e Angelo Campolo
movimenti coreografici: Sara Lanza
scene e costumi: Giulia Drogo
musiche: Giovanni Puliafito
luci: Gianni Grasso
ufficio organizzazione e produzione: Mariagrazia Coco
consulente del progetto: Gaetano Majolino
con*: Glory Aibgedion , Patrizia Ajello, Luca D’Arrigo,
Michele Falica, Claudia Laganà, Giuliano Romeo, Antonio Vitarelli
e i giovani migranti del centro accoglienza Ahmed :
Mamoudou Camara, Moussa Yaya Diawara, Ousmane Dembele,
Jean Goita e l’aiuto amichevole di Fasasi Sunday
*Il cast è formato da sette giovani under 30, selezionati a settembre (Glory Aibgedion, Patrizia Ajello, Luca D’Arrigo, Michele Falica, Claudia Laganà, Antonio Vitarelli), più quattro giovani migranti del Mali, attualmente ospitati dal centro “Ahmed” di Messina
Un grazie a Clelia Marano e Alessandro Russo
Foto tratte dall’album “Black Lips” di Danilo Currò
Dove sei Pierpaolo?
“Sono pieno di una domanda a cui non so rispondere”. Chiudevi con queste parole il tuo romanzo “Teorema”, mezzo secolo fa. Quella domanda oggi è un gigantesco groviglio che pesa sul nostro futuro. Corrosi dall’ammirazione, dall’odio e dall’invidia nei tuoi confronti per il coraggio che avevi nell’impattare con la vita con disperata vitalità, assumendoti in prima persona tutti i rischi che comporta una scelta del genere. Un coraggio che sembra scomparso, impossibile addirittura da immaginare per chi è strutturalmente educato a tenersi a debita distanza dal fare esperienza diretta delle cose. Preferiamo “archiviare” e poi, all’occorrenza, “condividere”. Lontani dal pericolo, dal rischio, in attesa che le acque si calmino e qualcosa, magari, torni come prima. Chissà. Fuori, intanto, c’è un ospite “biblico” che bussa alla nostra porta. Spinto da motivazioni che, al momento, sembrano non riguardarci. Non è più l’ospite bello, biondo e provocante del tuo “Teorema”, venuto a “dimostrare” come il ceto borghese sia incapace di comprendere il verbo “sacro”. I nostri ospiti sono tanti e vengono dall’inferno, non dal paradiso. Proprio come tu avevi predetto.
Non sappiamo dire chi siano davvero, né possiamo impararlo dalla televisione. Alcuni di loro, in carne ed ossa, si rivolgeranno a te dalle tavole di un palcoscenico, nel corso di uno spettacolo il 6, 7, 8 e il 13, 14 e 15 novembre. Parleranno l’italiano che hanno imparato con abnegazione e impegno in soli due mesi da quando sono sbarcati. Parleranno con la lingua del teatro fatta di musica, corpo e ritmo, che ho avuto il privilegio di insegnare loro, “ospiti” del nostro laboratorio. Gli italiani, invece, anche sulla scena, si terranno alla larga dal tuo verbo, troveranno rifugio tra i fantasmi di Mary Poppins, la più zuccherosa tra le fiabe occidentali che racconti dell’arrivo di un ospite inatteso, spinto dal vento.
Tante chiacchiere, proclami, preghiere, propositi, progetti e musica a non finire.
Ma alla porta qualcuno continua a bussare. Avremo il coraggio di aprire?
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