«Il protagonista – spiega Luca Devito – è un uomo onesto che diviene ambizioso e senza scrupoli pur di reinventarsi nel mondo enologico, per poi ritrovarsi invischiato in un’accusa di omicidio».
Tornando alla musica, tutti brani della colonna sonora, sono stati raccolti in un cd prodotto dalla Tuk Movie, casa di produzione dello stesso Fresu.
A Messina i brani eseguiti dal duo Fresu e Di Bonaventura, saranno accompagnati dagli orchestrali del Teatro Vittorio Emanuele. Nel corso delle tre serate sarà possibile ascoltare anche due composizioni di Mozart, i rimanenti brani invece portano tutti la sua firma, ad eccezione di Fermo, che vede quale autore Daniele di Bonaventura.
E’ un percorso musicale che accosta il mito di Faust alla passione per il vino.
Con Vinodentro, Paolo Fresu, che vanta nella sua carriera oltre 350 dischi, torna ad esibirsi nella città dello Stretto, con un concerto imperdibile, un viaggio sonoro in cui, su una tessitura di archi e percussioni, il fraseggio elegante della sua tromba lunare e malinconica si impreziosisce delle note struggenti e laceranti del bandoneon, la fisarmonica simbolo del tango, di Daniele Di Bonaventura.
Musicista e compositore degli opposti, capace di far convivere sonorità ancestrali e avveniristiche, Fresu unisce poesia e razionalità, slanci onirici a fini cesellature l’essenzialità estetica, l’innovazione bulimica e il carisma di Miles Davis, con il verseggiare morbido, sognante e intimista di Chet Baker.
È stato definito da Ralph Towner:
“uno straordinario musicista lirico. Uno capace di raccontarti una storia mentre suona”.
Per meglio comprendere questo artista onnivoro, poliedrico, basterà citare come nel corso di una intervista ha sintetizzato sé e la sua musica:
“Ciascuno è maestro di ciò che è, non di ciò che sa” per cui “Suono come sono”.